In un precedente articolo abbiamo ben spiegato come l’Inghilterra possa vantare una tra le più complete regolamentazioni in Europa in Materia di Metal Detecting. Se ricordate però abbiamo anche detto che fino al 1996 non esisteva una regolamentazione adeguata e una buona parte degli inglesi non vedeva di buon occhi l’attività di noi detectoristi. Tutto questo sfociava in veri e propri movimenti di protesta nei confronti dei detectoristi. Attacchi frontali che la popolazione portava avanti con forza. Tutto questo si trasformò in battaglie legali importanti e la creazione del famoso movimento STOP! (Stop Taking Our Past!). Non credevo nemmeno io che la liberissima Inghilterra poteva essere fino pochi decenni fa così ostile. Una lettura interessante al riguardo, con una spiegazione dettagliata di come si è arrivati all’attuale legislazione passando da diversi decenni di battaglie legali. Potete trovare la storia su un articolo del famoso giornale “The Guardian” di cui vi lascio un link (Articolo del “The Guardian” Dic. 2017).
Un arma efficace
Probabilmente nonostante la grande libertà di movimento di cui godiamo in Inghilterra non tutti i proprietari di terreni sono favorevoli alla nostra attività. Me ne sono reso conto in maniera diretta durante un paio di giornate di spazzolata nei campi inglesi vicino Norfolk un paio di anni fa. In quell’occasione mi trovavo in Inghilterra come rappresentante italiano, insieme ad Edoardo Meacci, in seno al Consiglio Europeo per il Metal Detecting (ECMD). Ricordo bene quell’anno perchè Edoardo diventò il nuovo Presidente dell’ECMD e non stavamo nella pelle per il risultato raggiunto. Nell’occasione gli amici inglesi ci portarono ad un raduno organizzato apposta per il Consiglio in alcuni campi vicini. I campi erano grandi diversi ettari eppure da subito ci siamo resi conto che era difficilissimo spazzolare serenamente perchè il terreno era stracolmo di “Green Waste”. Il metal detector sembrava impazzire sul campo e ci siamo ritrovati spesso a cambiare zona per trovare un punto meno “sporco” di un altro. In quell’occasione mi resi conto che durante le spazzolate agli angoli dei campi venivano provveduti secchi dove depositare il metallo e la spazzatura ferrosa che trovavamo. Vi assicuro che per quanto erano stati provveduti molti di quei secchi, tutti erano più o meno pieni di oggetti ferrosi.
Cos’è il Green Waste?
Ufficialmente il parlamento Inglese dice che per Gren Waste intendiamo:
“rifiuti biodegradabili che possono essere composti da rifiuti da giardino o parco, come i tagli di erba o fiori e le siepi, nonché i rifiuti domestici e commerciali. Questo rifiuto differenziato è ricco di azoto, al contrario dei rifiuti di acque nere che sono principalmente carbonici. Questa definizione identifica quegli elementi che quando compostati singolarmente o insieme formano materiale ricco di azoto che, se aggiunto al terreno esistente, serve ad arricchire e aiutare lo sviluppo di piante e colture.” (Sito del parlamento inglese)
Capiamo che quando si effettua un operazione di pulizia di un parco, di un terreno o di un area commerciale si accumula spazzatura che deve essere smaltita in qualche modo. I grandi proprietari terrieri così come chi ha piccoli campi si “offrono” per ricevere questi carichi di spazzatura, sotto un compenso, per disseminarla nel proprio terreno. In seguito viene sparpagliato grazie all’aiuto di un trattore e tutto si mescola al terreno diventando in buona parte fertilizzante naturale del terreno. Questa pratica agisce inoltre da deterrente per i detectoristi in quanto, comprensibilmente rende estremamente difficile spazzolare dato che la spazzatura è spesso satura di rifiuti ferrosi.
La questione ambientale
Non pensate che la questione sia stata sollevata solo dai detectoristi. Molti ambientalisti hanno espresso dissenso per questa pratica indicando che il Green Waste è altamente inquinante per l’ambiente essendo spesso ricco di metalli pesanti nocivi per la salute. Questi vengono inevitabilmente assorbiti dalle colture dei terreni dove viene impiegato. Tutto questo trambusto ha sollevato un vero e proprio dibattito politico e il parlamento inglese ha dovuto stabilire degli standard ferrei (il composto non può contenere per legge più del 5% di rifiuti plastici o ferrosi al suo interno) per calmierare gli oppositori. Sulla questione è dovuto intervenire l’NCMD, il consiglio nazionale per il metal detecting, che si è mostrato estremamente preoccupato per la pratica. Vi lascio i link ad un paio di articoli interessanti al riguardo, sia per quanto riguarda il dibattito parlamentare (Green Waste Contamination 12.12.2012 Uk Parliament) sia per quanto riguarda le riflessioni dei nostri colleghi inglesi (Green waste contamination fears raised by MP). Sono sicuro che saranno letture molto utili se volete recarvi in Inghilterra per una spazzolata o un raduno.
Libertà assoluta?
Naturalmente spazzolare in un campo pieno di spazzatura non ci ha tolto la gioia di poter spazzolare in spensieratezza nei campi inglesi. La riflessione che ho fatto è che la tanto ammirata libertà inglese sul metal detecting cozza potentemente sul diritto dei proprietari dei campi di impedire la pratica sui propri terreni. Il fatto di essere liberi di spazzolare non significa che godiamo di una reputazione positiva assoluta. Lo scontro poderoso tra i conservatori del patrimonio, come alcuni archeologi, e la categoria dei detectoristi, ha lasciato una ferita che ancora non è del tutto rimarginata. Questa che torna alla mente quando i tombaroli (che non esistono solo in Italia) deturpano il patrimonio storico inglese.
Speriamo che l’Inghilterra continui ad essere la patria del Metal Detecting libero (ma responsabile)! E Speriamo che le altre nazioni europee ne seguano l’esempio con regolamentazioni adeguate al proprio territorio. Intanto spero di avervi fatto scoprire un espediente interessante che gli inglesi usano per scoraggiare i detectoristi ad introdursi nei loro campi.
Francesco Manzella – MetalDeTrekking
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