Il 49° stato degli USA è situato a Nord-Ovest del continente americano. Qui immerse in una terra selvaggia e ancora inesplorata si elevano catene montuose dal fascino unico. Queste dominano dall’alto e catturano lo sguardo di chi le osserva. Ecco le montagne d’Alaska
L’Alaska è un paese che vive in condizioni complesse per cause legate alle infrastrutture e ad un clima rigido. Di fatto, in buona parte questo è disabitato se non fosse per pochi centri isolati. Eppure, lo scenario naturalistico è invidiato in tutto il mondo e offre un paesaggio variegato e assai singolare. D’altronde, un ecosistema incontaminato che vanta di una pace e di una tranquillità surreale non può essere altrimenti. Tra le regine indiscusse vi sono le montagne d’Alaska che con altitudini da paura sono tra le più elevate del pianeta.
Di certo, le catene montuose che detengono ogni record sono adagiate in Asia con l’Himalaya e il Karakoram. Ma una cima in Alaska può competere con le vette della Cordigliera delle Ande. Questa è la cima del monte Denali con i suoi 6.190 metri s.l.m. Curioso è che questa montagna sia la terza vetta più prominente e la terza più isolata del pianeta dopo il monte Everest e Aconcagua. Inoltre, Fino al 2015 era chiamato Monte McKinley, ma l’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, decise di cambiarlo in Denali. Questa è la denominazione in lingua Athabasca che il gruppo montuoso aveva e ha ancora in Alaska.
Le montagne d’Alaska più elevate
In un paese selvaggio e al contempo incantato, i ghiacciai perenni, la neve, le rocce scoscese e il silenzio dominano incontrastati. Qui, in un paesaggio mistico, sorgono le montagne d’Alaska e le catene montuose tra le più elevate del Nord America. Tra le maggiori cime vi sono:
- Denali, 6.190 m
- Monte Foraker, 5.304 m
- Monte Hunter, 4.442 m
- Hayes, 4.216 m
- Monte Silverthrone, 4.029 m
- Moffit, 3.970 m
Le cime più importanti sono quasi esclusivamente nella catena dell’Alaska. Ma i Monti Brooks e la catena delle Aleutine sono ad ogni modo montagne di rilievo e di gran fascino.
Le catene montuose d’Alaska
I gruppi montuosi dell’Alaska sono caratterizzati da un terreno scosceso e suggestivo che si estende nella sua interezza. Questi includono il Denali, ossia la cima più alta del Nord America, ma anche ghiacciai, attività vulcaniche ininterrotte e violenti terremoti.
Nello specifico, le catene montuose d’Alaska sono un prolungamento delle Montagne Rocciose e della Catena Costiera Pacifica nordamericane. Tutto ciò è contornato da uno sfondo incontaminato rimasto quasi intatto per via delle difficoltà nell’estrarre o accedere alle risorse del sottosuolo.
La costa Sud dell’Alaska è dominata da un anfiteatro di gruppi montuosi che confluiscono nel Golfo d’Alaska. Ciò genera uno dei paesaggi più invidiati del pianeta e rende la costa del Pacifico uno dei tratti di costa più belli in assoluto. La catena del Pacifico è suddivisa in gruppi montuosi tra cui la catena d’Alaska e la catena delle Aleutine. Queste ultime sono parte delle isole Aleutine che sono il confine naturale nell’Oceano Pacifico tra America e Siberia.

I vulcani e un territorio in costante mutamento
Come accade per diverse zone del nostro pianeta, ancora oggi l’Alaska è nel bel mezzo di cambiamenti geologici. In particolar modo, i vulcani e i frequenti terremoti scandiscono le giornate. Come già accennato, anche le isole Aleutine presentano vulcani, ma ciò che lascia spiazzati è la loro incessante attività vulcanica. Pertanto, nonostante sulle isole viva una colonia di poche migliaia di individui, lo spostamento a livello tettonico continua a dar vita a terremoti ed eruzioni vulcaniche anche di forte entità.
Qui ad esempio nel 2021 sono eruttati tre vulcani nello stesso periodo. Ma una caratteristica singolare vede alcuni di questi colossi ergersi oltre i 3.000 metri. Tra i principali vulcani vi sono:
- Il Vulcano Shishaldin, 2.857 m
- Iliamna, 3.053 m
- Il Monte Redoubt, 3.108 m
- Il Pavlof, 2.519 m
- Il Monte Spurr, 3.374 m
Ad oggi, i prominenti vulcani resistono al tempo e chi li osserva può sempre notare del fumo fuoriuscire dai crateri.

Trekking in Alaska
Come si può ben immaginare, l’Alaska è un paese ricco di sentieri e trekking tra le montagne e la natura selvaggia. Infatti, nonostante sia dimora di luoghi remoti e inesplorati, ospita una vasta gamma di opzioni escursionistiche, dalle più difficile alle più semplici. Ecco, quindi, che anche una terra così aspra e rigida possa regalare un’esperienza tra le vette incantate del Nord America.
Per affrontare trekking sulle montagne d’Alaska è meglio sfruttare le stagioni più calde. Difatti, essendo in inverno dominata dalla neve, è consigliabile lanciarsi all’avventura in estate. I sentieri escursionistici e i trekking sono disseminati su tutto il paese e alcuni sono praticabili da tutti. Il Parco Nazionale Denali è tra i più noti ed è ricco di sentieri immersi nella natura. Al contempo, sulla catena d’Alaska e la catena aleutina è possibile esplorare angoli di paradiso senza tempo.

I Monti Brooks nel circolo polare artico
Nel Nord Overt dell’Alaska si estende la catena montuosa dei Monti Brooks. Questa è situata nel circolo polare artico e consente di poter ammirare la famigerata aurora boreale. Qui le vette hanno un’altitudine pari a quelle riscontrabili sulle Alpi. Eppure, in uno scenario simile a quello della vicina Siberia, è possibile respirare il silenzio più assoluto e la pace di un gruppo montuoso selvaggio e inesplorato.
Pertanto, anche se con attenzione e con un buon allenamento di fondo, è possibile esplorare le lande glaciali e la splendida flora montana d’Alaska. Così da perlustrare queste remote terre segnate da sconvolgimenti geologici e un clima aspro e insidioso.
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